Altea officinale: proprietà, benefici e controindicazioni

L’ altea officinale è una pianta nota in fitoterapia per la sua efficacia nel rimuovere eccesso di muco e catarri. Conosciuta anche con il nome di “Malvone”, è ricca di proprietà terapeutiche. Scopriamola meglio.

Descrizione della pianta

L’altea, il cui nome botanico è Althaea officinale, è una pianta erbacea perenne, appartenente alla famiglia delle Malvaceae. Ricca e folta di peluria, ha un fusto eretto, semplice o ramificato, con un’altezza che va da 50 a 150 cm. La radice è crassa, formata da più ramificazioni contorte e bianche all’interno e giallastre dentro. Le foglie hanno un picciolo molto corto, quelle inferiori sono più o meno tondeggianti; quelle inserite lungo il fusto sono triangolari, a forma di cuore, dentate e ricoperte da peli folti e morbidi. I fiori, grandi al massimo 3-5 cm e inseriti in un numero di uno-tre all’ascella delle foglie, sono formati da un calice di cinque sepali, rinforzato da un calicetto; posseggono cinque petali di colore che va dal bianco al rosato. 

Habitat della pianta

L’ altea è diffusa in gran parte dell’Europa, soprattutto l’Europa dell’Est. Cresce in luoghi umidi e paludosi, lungo i fossi, i canali e ai bordi delle case di campagna. 

Cenni storici

Il nome botanico dell’altea deriva dal greco “althain” che significa “curare”. E’ conosciuta nel gergo popolare come Bismalva, Malvaccione e Malavischio e, nell’antichità, le sue foglie, si impiegavano spesso come alimento. Infatti, l’altea era considerata un cibo prelibato dai Romani, mentre veniva utilizzata in tempo di carestia da Greci, Turchi e Siriani. Le sue proprietà erano già note ad Ippocrate, ma ne troviamo riferimenti circa le sue virtù da Orazio, Plinio il Vecchio, Virgilio e Dioscoride. E’ citata in uno dei Capitolari di Carlo Magno e si conosceva anche nel Medio Evo. E’ proprio in quei tempi che si coltivava nei giardini e nei monasteri, per sfruttarne le sue proprietà emollienti e per curare piaghe tumefatte e ferite infette. Ildegarda di Bingen la somministrava per curare febbri, tossi, costipazioni e mal di testa. I principi attivi, concentrati nelle radici, nella medicina popolare francese, si impiegavano per la preparazione di caramelle gommose dette pâtè de guimauve, usate in caso di tosse e mal di gola

Composizione della droga

La droga, intesa come principio attivo, è contenuta nelle radici.
Tra i suoi componenti spiccano le mucillagini (nella misura del 5-10%) che dipendono molto dal raccolto e dal successivo trattamento, che sono costituite principalmente da arabinani, glucani, galatturo-ramnani, arabinogalattani e tracce di steroli. 
Sono inoltre presenti tannini, polisaccadi (zuccheri complessi), flavonoidi e grassi.

Proprietà dell’altea officinale

Gli estratti della radice di altea contengono amido, pectine, mucillagini, zuccheri e tannini. In modo particolare, sono le mucillagini a conferire alla pianta proprietà emollienti, lenitive e protettive delle membrane della mucosa. E’ proprio per questa ragione che è indicata in tutte le forme di infiammazione. L’attività lenitiva e antisettica che svolge sui tessuti molli del nostro organismo, la rende un efficace nella cura dei disturbi delle vie respiratorie come tosse, raffreddore, mal di gola, irritazioni della bocca, afte e gengiviti. L’ efficacia terapeutica dell’altea si estende anche in campo gastroenterico, dove giova in caso di sindrome dell’intestino irritabile e di lesioni alla mucosa gastrica come gastriti o ulcere. E’ inoltre utile in presenza di cistite o infiammazioni alla vescica e dei reni, anche dovute a calcoli. Occorre sottolineare che le mucillagini della radice di altea posseggono una forte azione ipoglicemizzante utile in caso di diabete o iperglicemia.

Gli usi dell’altea officinale

In virtù della sinergia dei componenti attivi contenuti nella radice costituita da mucillagini, amidi e tannini, l’altea viene impiegata contro le tossi stizzose e per combattere catarri faringei e bronchiali. Nella moderna fitoterapia, costituisce infatti uno degli l’ingredienti principali di molti sciroppi ad azione mucolitica ed espettorante. La sua attività terapeutica non è solo circoscritta all’apparato respiratorio, ma anche a quello gastroenterico. L’elevato contenuto di polisaccaridi, aiuta infatti a proteggere la mucosa gastrica e intestinale irritata da gastriti e coliti.
L’altea officinale, inoltre, si utilizza in associazione ad altre piante come camomilla, liquirizia e melissa, per la preparazione di tisane lenitive della mucosa gastrica, finalizzate al trattamento di gastriti, anche accompagnate da reflusso esofageo.

Controindicazioni 

L’altea officinale è ben tollerata e non presenta particolari controindicazioni. Va tuttavia evitata in gravidanza e allattamento. I pazienti in terapia con insulina o altri farmaci ipoglicemizzanti, dovrebbero prestare cautela. I polisaccaridi e le mucillagini contenute nella radice della pianta, potrebbero infatti ulteriormente abbassare la glicemia ematica.

Paola Chiaraluce -Erboristeria “Agli Antichi Rimedi” – Corso Acqui, 133 – Alessandria

Pubblicato da erbagliantichirimedi

Erborista da 25 anni nel mio negozio, sito in Corso Acqui, 133 ad Alessandria nel popoloso quartiere Cristo, fin dall'adolescenza, nutro una passione per il mondo del naturale, in modo particolare per la fitoterapia. Di questa passione, di cui devo ringraziare la mia adorata nonna paterna, ne ho fatto un lavoro che mi appaga e mi appassiona giorno dopo giorno.