Il biancospino è definita “la pianta del cuore”, in virtù delle sue proprietà antiaritmiche, ipotensive e blandamente sedative, rivolte al trattamento delle palpitazioni, anche di origine emotiva e della lieve ipertensione. Scopriamolo meglio.
Cenni botanici
Il biancospino, il cui nome botanico è Crataegus oxycanta e Crataegus monogyna è una pianta diffusa nell’area del Mediterraneo orientale, ampiamente coltivata anche nei Paesi dell’Europa dell’Est, appartenente alla famiglia delle Rosaceae.
Composizione della droga
Le droga è contenuta nei fiori e nelle foglie ed è costituita da: procianidine oligomeriche, quercitina, steroli e flavonoidi. Procianidine e flavonoidi sono le sostanze antiossidanti. Le prime aiutano a difendere dalle malattie cardiovascolari e infiammatorie, le seconde aiutano a neutralizzare i radicali liberi. Tra i numerosi composti flavonoici, spiccano IPEROSIDE e VITEXINA, che esercitano un’azione cardiotonica, utile nel trattamento della fase iniziale dell’insufficienza cardiaca, coronarica e come blando ipotensivo.
Ampi studi clinici sulla pianta, hanno convalidato le proprietà antiaritmiche volte a regolarizzare i valori pressori.
Il biancospino è in grado di migliorare l’irrorazione del miocardio e dei vasi coronarici.
Gli usi del biancospino
Il biancospino è disponibile: In tisana: la tisana si prepara versando un cucchiaio di fiori di biancospino in 200 ml. di acqua bollente. Dopo 10 minuti si filtra e si consiglia di berne 2 tazze al giorno, una il mattino e una la sera. Capsule mono estratto: generalmente la dose consigliata per le capsule di biancospino, va da 2 a 4 capsule al giorno (dipende dalla quantità di estratto secco in esse contenuto), assunte preferibilmente lontano dai pasti.
Biancospino: impieghi in fitoterapia e controindicazioni
La Farmacopea Europea, gli attribuisce anche delle proprietà diuretiche e sedative sul sistema nervoso centrale, pertanto, in fitoterapia, è molto utilizzato per il trattamento degli stati ansiosi e della cosiddetta “nevrosicardiaca”. Inoltre, in associazione con la gramigna costituisce un buon rimedio contro la lieve ipertensione.
Il biancospino è impiegato per la preparazione di infusi tranquillanti, in associazione ad altre piante come la melissa, la passiflora, la camomilla e l’escolzia e per quelli ipotensivi in sinergia con la cardiaca, l’olivo e il vischio.
Il biancospino non presenta effetti indesiderati con farmaci. Gli effetti collaterali sono legati ad un iperdosaggio e si manifestano con irritazione alla mucosa gastrica, che cessano quando se ne sospende l’assunzione. Il suo utilizzo è sconsigliato gravidanza, durante l’allattamento, in caso di bradicardia. La bradicardia si verifica quando la frequenza cardiaca è al di sotto dei 60 battiti al minuto) e nei disturbi della condizione elettrica del cuore.
Paola Chiaraluce – Erboristeria “Agli Antichi Rimedi” Corso Acqui, 133 – Alessandria