La Boswellia serrata, chiamata anche “albero dell’incenso”, è nota nella moderna fitoterapia per le sue proprietà analgesiche e antinfiammatorie. Scopriamola meglio.
Un po’ di botanica
La Boswellia serrata (Boswellia serrata Roxb), è un albero di modeste dimensioni, originario delle zone collinose ed asciutte dell’India, dell’Etiopia, della Somalia, dell’Egitto e di parte dell’Arabia Saudita, di cui ne esistono oltre una ventina di specie, appartenente alla famiglia delle Burseraceae.
Si tratta della pianta dell’incenso: una gommoresina che essuda dalla corteccia della pianta, la cui raccolta viene effettuata con una specie di scalpello chiamato “Menghaf” chiuso da un lato, che serve per picconare i rami ed aperto dell’altro che serve per raccogliere la resina.
Descrizione della pianta
La boswellia è un albero la cui altezza non supera generalmente i 4-6 metri. Possiede una chioma ampia e un grosso tronco molto ramificato. Le foglie sono grandi, caduche, in quanto la pianta va a riposo nei periodi più caldi, perdendo le foglie e sospendendo le funzioni vitali. I fiori sono piccoli, profumati, di colore bianco-crema e sono riuniti in infiorescenze a grappolo dette racemi. Il frutto è una piccola drupa contenente 3 semi a forma di cuore. La resina che appunto l’incenso, si ottiene per incisione della corteccia, che provoca come risposta la produzione di questa sostanza da parte dell’albero. A contatto con l’aria la resina si indurisce lentamente formando delle perle, chiamate “lacrime” che hanno il colore bianco-crema tipico e trasparenza tipici delle resine. Ciascuna pianta può produrre fino a un chilogrammo di resina all’anno e può essere sfruttata per non più di 6-7 anni consecutivi.
Habitat della Boswellia serrata
La boswellia serrata è originaria di India e Pakistan, ma cresce in Africa orientale, soprattutto lungo le coste del Mar Rosso, in Somalia, in Etiopia e nell’Arabia meridionale, in particolare Oman e Yemen. Questa specie di pianta preferisce terreni asciutti collinari con suoli calcarei; è molto resistente alla siccità e al gelo e tollera situazioni climatiche estreme. Cresce anche sulle pendici rocciose, sospesa sui burroni, fino a 1200 metri di altitudine.
Cenni storici
Il nome Boswellia è stato attribuito dal medico e botanico inglese William Roxburgh, autore della prima Flora Indica, ad un genere di piante che annovera numerose specie, alcune molto rinomate, perché forniscono le resine aromatiche, note con il nome di incenso. L’incenso propriamente detto è definito Frankincense, ovvero “incenso franco”, proprio per distinguerlo da altre sostanze resinose balsamiche, come mirra, benzoino, storace. Fin da epoche antiche, era noto l’utilizzo di queste sostanze aromatiche resinose per scopi curativi, per profumare l’ambiente o durante i pratiche di culto pagane, nell’area del Mediterraneo. La boswellia serrata è da sempre impiegata nella tradizionale medicina ayurvedica nel trattamento di febbre, alcune patologie cardiovascolari, dermatologiche e neurologiche.
Boswellia serrata: composizione della droga
La droga è contenuta nella gommoresina, chiamata appunto incenso ed è costituita da olio essenziale (3-9%), polisaccaridi , tra cui galattosio e arabinosio, per quanto riguarda la frazione gommosa che in percentuale va dal 21 al 27%.
La parte resinosa che rappresenta oltre il 60%, è costituita da terpeni derivati dall’ acido boswellico.
La gommoresina, i suoi estratti idroalcolici e anche gli stessi acidi boswellici, posseggono una notevole attività antinfiammatoria.Proprietà della boswellia serrata
La moderna letteratura medico-scientifica riconosce alla boswellia serrata, proprietà balsamiche, antisettiche, antiparassitarie, astringenti, emostatiche ed analgesiche. La gommoresina dell’incenso non è solo utilizzata esternamente per profumare e purificare l’ambiente, durante i riti e le cerimonie religiose, ma anche per uso topico ed interno. Trova infatti uso, nelle affezioni delle vie respiratorie, della cute, dell’intestino e delle articolazioni. Gli acidi boswellici isolati dell’incenso ed in particolare l’ACIDO ACETIL-11-BETA-BOSWELLICO, inibiscono la sintesi dei leucotrieni, attraverso un’interazione diretta sull’enzima 5-lipossigenasi (prostaglandine). I leucotrieni sono delle molecole endogene, ovvero prodotte dal nostro corpo, responsabili del mantenimento del processo infiammatorio.
Gli usi
I composti a base di boswellia serrata vengono utilizzati per il trattamento della cellulite, per migliorare lo stato dell’infiammazione locale che si genera sotto la cute a causa del ristagno di liquidi e tossine e per il trattamento di tutti processi flogistici che colpiscono l’apparato osteoarticolare: artrosi, artriti, mialgie borsiti e tensioni localizzate. In erboristeria, la boswellia è presente sotto forma di integratori in capsule mono pianta o in gocce (tintura madre di pianta). Spesso è associata ad altre piante officinali aventi azione antinfiammatoria e analgesica come l’ artiglio del diavolo o la spirea olmaria.
Bowellia serrata: controindicazioni
Attualmente, non sono note controindicazioni che riguardino l’assunzione di preparati di boswellia. Non andrebbe tuttavia è somministrata in gravidanza (perché possiede proprietà emmenagoghe) e durante il periodo dell’allattamento. In rari casi, potrebbero comparire alcuni effetti collaterali che però cessano con la sospensione del preparato. Tra questi vi sono:
- eruzioni cutanee;
- nausea;
- diarrea.
Paola Chiaraluce – Erboristeria “Agli Antichi Rimedi” – Corso Acqui, 133 – Alessandria