Menzionare in un solo articolo tutte le proprietà della cannabis è difficoltoso, soltanto per il fatto che sono davvero molte. Dare però uno sguardo d’insieme è doveroso, per rendere merito a questa pianta dalle straordinarie proprietà terapeutiche. La Legge italiana (vedi legge n. 242 del 2 dicembre 2016) ha recentemente stabilito che è possibile commercializzare nelle erboristerie e nei negozi specializzati una canapa che viene definita “light,” perché la percentuale di THC (tetraidrocannabiolo) non supera valori che vanno dallo 0,2 allo 0,6%.
Origini della cannabis
La canapa, il cui nome botanico è Cannabis Sativa L., è una pianta originaria dell’Asia Centrale, il cui uso risale all’anno 1000 a.C. Sembra che le sue proprietà terapeutiche e ludiche si conoscessero fin dall’antichità, dai popoli di India, Cina, Medio Oriente e Asia Sud-Orientale. In Europa, la sua diffusione aumenta a partire dal primo secolo d.C.
In Italia, c’è stata una lunga tradizione nella coltivazione della Canapa e, fino agli anni ’50, siamo stati grandi produttori di questa specie, secondi solo Unione Sovietica. Verso la fine del 1930, però, partì dagli Stati Uniti una campagna di demonizzazione e con il Marijuana Tax Act, si proibì il suo utilizzo negli USA, con influenze catastrofiche anche nel resto del mondo, arrivando a far quasi scomparire le sue coltivazioni. Capiamo perché la cannabis è una pianta che merita di essere riscoperta.
Utilizzi della cannabis nell’alimentazione
I semi della Canapa, consumati tal quali o trasformati in olio e farine, si utilizzano per l’alimentazione umana e animale. I fusti e le foglie sminuzzati, per l’elevata quantità di fibre, sono adatti all’alimentazione di ruminanti e cavalli. Le proprietà dei semi sono state riconosciute dal Ministero della Salute con una Circolare in data 22maggio 2009. Privi di THC, sono infatti ricchi di acidi grassi polinsaturi omega 3 e omega 6 e rappresentano un completamento importante per la nostra alimentazione, in quanto ricchi di proteine che comprendono tutti gli aminoacidi essenziali, in proporzione ottimale e di facile digeribilità.
La cannabis nell’industria tessile
Uno dei suoi più antichi utilizzi è quello tessile. Le stoffe che si ottengono dalla canapa sono morbide, fresche in estate e calde d’inverno, assorbono l’umidità dal corpo e la rilasciano all’esterno. Sono inoltre molto resistenti e hanno la caratteristica particolare di assorbire i raggi infrarossi e UVA fino al 95% e di schermare dalle radiazioni di campi elettrostatici ed elettromagnetici. Il tessuto della canapa, inoltre, è un tessuto naturale, che non subisce nessun trattamento chimico.
Carta
Fino alla fine del 1800, dal 75 al 90% della carta si realizzava con la canapa, attraverso il riciclo degli stracci. La carta di canapa ha una durata elevatissima. La polpa di questa pianta utilizzata per produrre la carta, è inoltre più morbida e chiara di quella da legno, per cui non richiede il trattamento con gli acidi tossici che sono previsti invece nella produzione tradizionale.
Carburanti
La materia secca può essere trasformata in carbonella, metanolo, metano o benzina, attraverso il processo di “pirolisi”, o distillazione frazionata, usato anche dagli antichi Egizi. E’ un processo che risulta più efficiente, in termini di rapporto tra resa e quantità di materia di partenza, del normale processamento attuato per la trasformazione di combustibili fossili e carbone.
Edilizia
Anche nel campo edile la canapa è ampiamente utilizzata come isolante termico, acustico e come materiale antincendio. Combinando poi la sua fibra con quella del legno, si ottengono dei pannelli adatti anche all’arredamento e al design.
Pacciamatura e lettiera
Il fusto o il canapulo (parte legnosa dello stelo), sminuzzati, si utilizzano per la copertura del terreno attorno alle piante in agricoltura o giardinaggio e come lettiera per gli animali, tutta naturale e quindi poi compostabile.
Cordame
Fino agli ’30 venivano fabbricate corde, funi, reti, ma anche finimenti per animali da soma e da tiro.
Bonifiche dei terreni con la cannabis
La cannabis è una pianta che potrebbe rappresentare un modo economico per bonificare terreni contaminati da alcuni metalli pesanti e particolari composti inquinanti. Tra l’altro, è facile da coltivare e si adatta a diversi tipi di terreni e climi. Si potrebbe quindi utilizzare per scopi non alimentari, attraverso una funzione di fitoestrazione e fitostabilizzazione.
Plastica
La plastica più green che conosciamo è il Mater-Bi ma, molti non sanno che anche con cellulosa di Canapa si possono produrre plastiche resistentissime. Nel 1941 Henry Ford vi aveva realizzato un’auto, con l’utilizzo anche di soia, grano, lino, leggera e resistente. Ancora adesso alcune componenti di particolari tipi di automobili, sono realizzati con questo materiale.
Medicinale-rituale
I fiori di canapa contengono flavonoidi, terpenoidi, terpeni, cannabinoidi (tra cui CBD e THC). Le proprietà legate a questi componenti sono sfruttate da centinaia, se non migliaia di anni, soprattutto per usi cerimoniali, magici, misterici e in tempi più recenti anche a scopo “ricreativo”. Gli studi sulla chimica e la fisiologia di questi composti sono abbastanza recenti, ma avrebbero già individuato per il cannabidiolo (CBD), privo di attività psicoattiva, il potere di modulare l’azione del THC con probabile attività ansiolitica, anti-convulsivante e anti-infiammatoria. E’ stata approvata in luglio all’unanimità, dal consiglio regionale della regione Puglia, tra le più aperte in termini di sperimentazione terapeutica della Cannabis, una legge regionale che consente l’avvio di progetti pilota per la sperimentazione, e quindi la produzione in loco del preparato che fino ad ora era stato acquistato dalla Regione, in Olanda. Tutto ciò ci fa capire che le motivazioni che hanno portato alla riduzione delle sue piantagioni, fino a quasi alla scomparsa, nell’ultimo secolo, non possono essere state di certo di natura funzionale. La canapa è sicuramente una risorsa fondamentale che potrebbe creare una svolta sia per avere degli strumenti in più contro la crisi, che per ovviare ai gravi problemi di carenza di risorse e di pesante inquinamento.
Cannabis: le sostanze attive
La canapa contiene una sostanza che è anche una molecola psicoattiva a tutti gli effetti il tetraidrocannabiolo, noto con la sigla THC. Gli studi su questo alcaloide iniziarono alcuni decenni fa in Israele, per poi espandersi in molti altri paesi. Purtroppo, come è noto, la sua condizione di “droga illegale” ha reso molte informazioni su questa pianta difficile da reperire. Si precisa che:
1– la scoperta risale al 1964
Il THC fu scoperto ed isolato nel 1964 in una pianta di cannabis dal Dottor Raffael Mechoulam, il quale, all’inizio del suo post dottorato, notò che i composti attivi nella morfina e nella cocaina erano stati già isolati, ma nessuno aveva ancora isolato il componente attivo della marijuana. Egli andò così di fretta ad effettuare le sue ricerche che fu costretto ad infrangere la legge pur di riuscire ad ottenere da un amico, che lavorava al dipartimento di polizia locale, un campione di marijuana. Lo scienziato iniziò così una lunga carriera dedicata alla ricerca scientifica sulla cannabis.
2- E’ solo uno degli oltre 60 componenti attivi della cannabis
Nonostante sia definito il principale componente della pianta, il THC è soltanto uno dei tanti componenti presenti nella pianta, con altrettante proprietà mediche. Il THC appartiene ad un’unica classe di componenti chimici chiamati cannabinoidi. Dalle scoperte del Dottor Mechoulam ne sono stati trovati 60. THC e CBD sono due dei cannabinoidi normalmente presente in elevate concentrazioni.
3- la FDA lo ha appovato a scopo terapeutico
Il primo composto farmaceutico a base di THC, il cui nome commerciale è Marinol (nome della molecola Dronabinol), fu sviluppato da una compagnia chiamata Unimed Pharmaceuticals, finanziata dall’Istituto Nazionale sul cancro. Nel 1985, Marinol ricevette l’approvazione da parte della FDA (Food and Drugs Administration) come trattamento contro gli effetti collaterali indotti dalla chemioterapia quali nausea e vomito. A partire da quel momento si sono sviluppati altri farmaci contenenti THC che includono il Cesamet (nabilone), un isomero sintetico del THC, e Satives (nabiximol), completamente estratto dalla cannabis e utilizzato come spray.
4 – Protegge lecellule cerebrali e ne stimola la ricrescita
Contrariamente ai luoghi comuni, alla credenza popolare e alla propaganda fatta di menzogne, possiamo affermare che, in base alle ultime scoperte, il THC è un neuroprotettivo, ovvero protegge le cellule del cervello dai danni causati da processi infiammatori o dallo stress ossidativo. Inoltre, gli scienziati hanno dimostrato che il THC promuove la crescita di nuove cellule cerebrali, attraverso il processo della neurogenesi. La scoperta di quest’ultimo effetto, è recente, e risale al 2005 da un gruppo di ricercatori dell’università di Saskatchewan.
5 – E’ prodotto dal corpo umano
In seguito alla scoperta del THC, gli scienziati, hanno fatto continue ricerche di composti simili all’interno del corpo umano, anche al fine di poterne spiegare i suoi effetti. Nel 1992, il Dottor Mechoulam e la sua équipe di ricercatori, fecero un ulteriore passo avanti quando scoprirono una molecola chiamata anandamide. L’ anandamide è uno dei pochi cannabinoidi prodotti in varie parti del nostro corpo, cervello incluso. Così agiscono gli oppoidi, imitando la loro naturale controparte (endorfine). I componenti chimici presenti nella mariujuana, emulano i cannabinoidi naturalmente presenti nel nostro corpo, chiamati endocannabinoidi. Sia l’anandamide che il THC agiscono sui recettori dei cannabinoidi e nel cervello e l’ anandamide agisce al fine di regolare umore, sonno, memoria e appetito.
6 – Non sempre è causa di sballo
E’ risaputo che il THC causi sballo, euforia, estasi e disturbi psicotropi, ma non sempre esso provoca tali effetti. Il THC è presente maggiormente nella pianta della Cannabis sotto forma di THCA (acido tetraidrocannabinolico) che è il suo precursore. Il THCA non è psicoattivo ed è per questo motivo che, ingerire cannabis grezza non è poi così in voga tra gli usi ricreativi. E’ comunque noto che gli usi a scopo curativo dei derivanti della cannabis, comprendano anche una sua preparazione grezza, dal momento che il THCA possiede alcuni dei benefici terapeutici del THC.
Paola Chiaraluce – Erboristeria “Agli Antichi Rimedi” – Corso Acqui, 133 – Alessandria
