
Struttura chimica
Carnitina negli alimenti
Carenze nei vegetariani e vegani
Data la prevalenza nei prodotti animali e considerando che questo aminoacido viene sintetizzato a partire da altri due aminoacidi essenziali, le persone che seguono una dieta vegetariana o ancor peggio vegana, potrebbero manifestare deficit di questo nutriente. Tuttavia, nei vegetariani (latto-ovo vegetariani) si è osservata una riduzione del 10% delle concentrazioni ematiche di questo aminoacido rispetto alla popolazione onnivora.
Alimento | Milligrammi di carnitina (mg) |
---|---|
Una bistecca di marzo113 grammi | 56-162 |
Macinato cotto, 113 grammi | 87-99 |
Latte intero (240 ml) | 8 |
Merluzzo cucinato, 113 grammi | 4-7 |
Pollo cucinato, 113 grammi | 3-5 |
Gelato (120 ml) | 3 |
Formaggio 57 grammi | 2 |
Pane, 2 fette | 0.2 |
Asparagi cotti (120ml) | 0.1 |
A cosa serve la carnitina
Le altre funzioni della carnitina
La carnitina, inoltre è utile per:
- Mantenere costante il rapporto AcetilCoA all’interno delle cellule;
- Promuovere la conversione del piruvato e del lattato ad AcetilCo carnitina;
- Esplicare un’indiretta azione antiossidante, soprattutto nei confronti di cellule ad alto metabolismo, come quelle cardiache muscolari.
L’impiego della carnitina
Attualmente l’integrazione con questo nutriente è suggerita in ambito cardiologico (esiste un parafarmaco chiamato carnitene, usato in ambito cardiologico e neurologico) in virtù della sue proprietà cardio e neuro protettive.
Quando è necessaria un’integrazione
Proprietà ed efficacia: benefici dimostrati nel corso degli studi
I numerosi anni di sperimentazione, per lo più condotti su animali da laboratorio, hanno consentito di chiarire adeguatamente il ruolo biologico e le potenziali applicazioni cliniche ed integrative di questo composto. Nonostante ciò, rimangono ancora molte perplessità relative al suo uso in certi ambiti, come quello sportivo, nel quale i massimi esperti sono ancora al lavoro per ottenere dei dati riproducibili.
L-Carnitina e funzione cardiovascolare
Miglioramenti significativi si sarebbero quindi osservati in pazienti affetti da claudicatio itermittens (zoppia intermittente), displepidemie con aumentato rischio aterosclerotico e patologie vascolari periferiche.
Oltre all’opportuno adeguamento dei valori clinici e laboratoristici, in questi pazienti si sarebbe osservato anche un netto miglioramento della qualità.
L-Carnitina e suo deficit
In questo contesto, infatti, l’uso di questo aminoacido, a dosaggi farmacologici e di stretta pertinenza medica, si sarebbe rivelato utilissimo nel controllare la progressione della malattia e nel migliorare lo stato di salute complessivo del paziente affetto da tale deficit congenito.
L-Carnitina e attività sportiva
E’ noto come l’esercizio fisico di natura aerobica determini un graduale incremento delle concentrazioni ematiche di acidi grassi, probabilmente per una saturazione dei mezzi di trasporto mitocondriale degli stessi. Nonostante la fortissima base razionale, che giustificherebbe il ruolo migliorativo di questo aminoacido nei confronti della performance di atletica e numerosi studi a riguardo, occorre precisare che l’efficacia dell’ integrazione con L-Carnitina in ambito sportivo non è ancora stata del tutto provata.
Il ruolo della L-Carnitina nel sovrappeso
Numerosissimi studi, sia di natura sperimentale che clinica, hanno infatti sottolineato l’incapacità dell’integrazione con L-Carnitina di indurre un miglioramento apprezzabile e statisticamente significativo della composizione corporea ed in particolare una riduzione della massa grassa.
Dosi e modo di utilizzo
Effetti collaterali
A dosaggi prescritti i preparati a base di carnitina sono ben tollerati. Occorre però precisare che, se somministrata a dosaggi elevati, potrebbe determinare la comparsa di nausea, vomito, dolori addominali e diarrea.
In alcune categorie di pazienti a rischio, l’uso di L-Carnitina, seppur raramente, potrebbe aumentare la frequenza e la severità di alcuni sintomi psichiatrici. Si possono quindi amplificare il senso di agitazione e i disturbi del sonno.
Controindicazioni
Nonostante la presenza di alcuni studi sperimentali, condotti su piccole cavie da laboratorio, se ne sconsiglia l’uso anche in gravidanza e al successivo periodo di allattamento. Tuttavia, vi sono dei casi in cui questo nutriente è consigliato anche in questi due casi, ovviamente nel caso di condizioni patologiche di stretta rilevanza e sotto prescrizione medica.
Interazioni Farmacologiche
L’uso concomitante di alcuni tipi di farmaci, tra cui l’acido valproico, oltre che di alcuni antibiotici, potrebbe compromettere le normali proprietà farmacologiche della carnitina, pregiudicandone quindi l’assorbimento. Stati di carenza di vitamina C, inoltre, potrebbero contribuire a un deficit secondario di carnitina. E’ risaputo infatti come la carenza di vitamina C e carnitina possano essere tra loro correlati.