Il cardo mariano: tutte le proprietà di un eccellente epatoprotettore

Il cardo mariano è una delle piante officinali più utilizzate in fitoterapia per la cura delle epatopatie, tanto da essere definito, “l’epatoprotettore”. Scopriamolo meglio.

Cenni botanici

Il Cardo Mariano (Silybum Marianum L.) è una pianta originaria dell’Europa Meridionale, dell’Asia Minore e del Nord Africa, appartenente alla famiglia delle Asteraceae.
La pianta è stata acclimatata nella Americhe e nel sud dell’Australia, mentre nell’Europa Centrale si è inselvatichita.
Il cardo mariano non è da confondere con il Cardo Santo (Cnicus Benedictus L.).

Descrizione della pianta

Il mariano è una pianta annuale, a fusto eretto, lungo fino a 1,5 m, ampiamente ramificato. Le foglie sono grandi, lobate, di colore verde intenso, con striature biancastre e bordo spinoso. I fiori, che compaiono in estate, sono di color viola, circondati da brattee spinose e riuniti in grandi capolini.

Composizione della droga

La droga, intesa come principio attivo, è contenuta nei frutti maturi, privati del pappo, talvolta definiti “semi”.
I frutti del cardo mariano contengono come principio attivo la silimarina, una miscela di diversi derivati flavonoici (flavonolignani) localizzati principalmente nel tegumento.
I componenti principali di questa miscela sono la silibina, la silicristina, la silidianina, l’isocristilina e l’isosilibina. Vanno inoltre ricordati altri flavonoidi come la taxifolina, la quercitina, l’apigenina e la naringina.
Il frutto del cardo mariano è costituito per circa il 20-30% di olio grasso, con un’elevata percentuale di acido linoleico (circa il 60%), oleico (circa il 30%) e palmitico (circa il 9%), tocoferolo e steroli, circa il 25-30% di proteine e piccole quantità di mucillagini.

Gli impieghi 

Il cardo mariano viene usato nella prevenzione e nel trattamento di danni epatici di origine tossico-metabolica, nelle alterazioni funzionali del fegato durante dopo le epatiti (sindrome post-epatica), nelle epatopatie degenerative croniche, come ad esempio la steatosi epatica (“fegato grasso”), le cirrosi e le epatopatie latenti.

Perché il cardo mariano è un potente epatoprottetore

Il principio attivo anti-epatotossico è la silimarina, sulle cui proprietà esiste una vasta letteratura medico-scientifica..
La silimarina, risulta efficace nel contrastare sia in vitro che in vivo l’azione di sostanze epatotossiche, tra cui tra cui il tetracloruro di carbonio e le tossine dell’Amanita falloide (falloidina e alfa-amanitina) che determinano necrosi e cirrosi epatiche.
Il trattamento profilattico è molto più efficace di quello terapeutico a danno epatico avvenuto. 
L’efficacia risulta massima quando il trattamento con frutti di cardo mariano avveniva 6 ore prima della somministrazione della tossina (falloidina), mentre una minore efficacia si è osservata se la silimarina viene somministrata mezz’ora dopo la tossina.

Come agisce la silimarina

L’azione della silimarina si basa su due punti d’attacco: da una parte essa modifica la struttura della membrana cellulare esterna degli epatociti in modo tale da impedire agli agenti epatotossici di penetrare all’interno della cellula, dall’altra stimola la capacità di rigenerazione del fegato e la produzione di nuovi epatociti attraverso un aumento della sintesi proteica a livello ribosomiale.
La dimostrata azione anti-epatotossica, è senz’altro collegata alle proprietà anti-ossidanti e di cattura tipiche della silimarina. Gli studi medico-scientifici attribuiscono inoltre alla silimarina un’azione di stabilizzazione delle membrane cellulari
La droga si utilizzata contro tutti i disturbi dispeptici e il discreto contenuto di steroli agisce abbassando il tasso di colesterolo nel sangue. L
a silimarina del cardo mariano si è anche dimostrata efficace nel tenere sotto controllo i livelli sierici della creatinemia e neutralizzare gli effetti collaterali della vincristina, un farmaco chemioterapico ad uso orale.

Dove acquistarlo

Il cardo mariano è facilmente reperibile in erboristeria, sia sotto forma di semi per fare il decotto, sia in monocomposti in capsule che estratto acquoso.  Spesso è usato in sinergia con altre piante officinali ad azione depurativa come schisandra, tarassaco, bardana.

Decotto di semi di cardo mariano

Versare un cucchiaio di semi di cardo mariano in 200 ml di acqua fredda. Far bollire qualche minuto. Filtrare e berne lontano dai pasti per sfruttare la sua azione disintossicante ed epatoprotettiva.

Controindicazioni del cardo mariano

Il cardo mariano può avere effetti collaterali e controindicazioni, soprattutto in soggetto affetti da grave ipertensione arteriosa.  Inoltre, a dosi eccessive può:

  • avere effetti lassativi;
  • interferire con l’assorbimento di taluni farmaci;
  • dare sensazione di gonfiore o pienezza;
  • generare irritabilità e mal di testa.

Paola Chiaraluce – Erboristeria “Agli Antichi Rimedi – Corso Acqui, 133 – Alessandria

Pubblicato da erbagliantichirimedi

Erborista da 25 anni nel mio negozio, sito in Corso Acqui, 133 ad Alessandria nel popoloso quartiere Cristo, fin dall'adolescenza, nutro una passione per il mondo del naturale, in modo particolare per la fitoterapia. Di questa passione, di cui devo ringraziare la mia adorata nonna paterna, ne ho fatto un lavoro che mi appaga e mi appassiona giorno dopo giorno.