Cenni botanici
Descrizione della pianta
L’ippocastano è un grande albero importante, di grandi dimensioni che raggiunge mediamente l’altezza di 10 metri.
E’ una tipica pianta ornamentale, presente soprattutto nei parchi e lungo i viali pubblici. Produce tipici frutti avvolti da ricci spinosi, molto simili alle castagne, ma non commestibili che racchiudono da 1 a 4 semi lucenti.
Le foglie sono tipicamente digitate, divise in 5-7 foglioline. I fiori di color bianco, sono disposti in racemi diritti.
I frutti capsulari (“castagna” non commestibile), sono spinosi e contengono fino a 3 semi di color bruno-rossiccio, lucidi, con ampia area lineare chiara.
Composizione della droga
La droga, importata per lo più dall’Europa dell’Est, è contenuta nella corteccia e nella foglia.
La corteccia, contiene composti glucosididi di tipo cumarinico, in particolare l’esculina (fino al 3%), la fraxina e la scopolina.
Sono inoltre presenti, flavonoidi tra cui quercitina, tannini e un’importante miscela di saponine, in cui spicca l’escina.
L’escina vanta note proprietà antinfiammatorie, vaso-protettrici e vasocostrittrici).
La corteccia di ippocastano
Il decotto di corteccia di ippocastano, è poco usato in fitoterapia ed è conosciuto soprattutto nella tradizione erboristica popolare, come astringente in caso di diarree croniche ed emorroidi.
In passato, veniva utilizzato come febbrifugo e contro la malaria in sostituzione della china.
Attualmente, la corteccia viene impiegata in virtù dell’esculina, sotto forma di t.m. o estratto fluido.
La foglia di ippocastano
La foglia è la parte della pianta più ricca di flavonoidi: quercitina, isoquercitina, rutina, tutti composti dotati di potente azione antiossidante.
La rutina, impropriamente chiamata vitamina P, è un glicoside flavonoico, presente in molte specie vegetali come la ruta, grano saraceno, asparagi, agrumi (scorza di agrumi soprattutto), mirtilli e frutti di bosco in genere, che trova impiego in ambito fitoterapico e medico.
Essa è utilizzata per la preparazione di composti mirati a mantenere la fisiologica permeabilità e trofismo dei capillari, in particolari condizioni come le emorroidi, la stasi venosa (http://erbagliantichirimedi.altervista.org/light-legs-di-algem-natura-lintegratore-che-migliora-i-sintomi-della-stasi-venosa),, le flebiti, la pesantezza e il gonfiore delle caviglie.
L’escina, invece, ha la proprietà di agire come antiemorragico ed antiedemigeno.
Gli usi dell’ippocastano in fitoterapia
L’ippocastano è molto utilizzato in fitoterapia, per uso intero come flebotonico, sotto forma di tintura madre idroalcolica, ottenuta dalla macerazione della corteccia e di macerato glicerinato http://erbagliantichirimedi.altervista.org/gemmoderivato-di-ippocastano-nella-cura-delle-emo/per tutti i disturbi legati alla cattiva circolazione agli arti inferiori, anche accompagnati da edema, pesantezza, disturbi emorroidali ed eccessiva fragilità capillare.
Per uso esterno l’ippocastano in tutte le sue parti (corteccia, foglie e frutti), viene impiegato sotto forma di cataplasmi, gel, unguenti e linimenti rinfrescanti, astringenti ed anti-infiammatori per curare i medesimi disturbi.
Controindicazioni
I preparati a base di l’ippocastano sono controindicati in gravidanza, durante l’allattamento.
A dosi superiori a quelle prescritte, potrebbero manifestarsi effetti indesiderati quali nausea e disturbi gastrointestinali.
Paola Chiaraluce – Erboristeria “Agli Antichi Rimedi” – Corso Acqui, 133 – Alessandria