L’adiponectina: l’ormone che influenza il peso corporeo

L’ adiponectina è un ormone che influenza il peso corporeo.                                                                                I suoi livelli ematici lo possono far variare sensibilmente, indipendentemente dalla dieta che seguiamo.  Questo spiega perchè, indipendentemente dalla dieta che seguiamo, tendiamo ad accumulare peso. Scopriamolo meglio.

Premessa

Le ragioni, in forza delle quali tendiamo ad accumulare peso e siamo più predisposti ad andare incontro alla sindrome metabolica https://www.humanitas.it/malattie/sindrome-metabolica non sono soltanto legate alla nostra dieta che, spesso è ricca di grassi animali e zuccheri e povera di proteine, ma anche genetiche.
Le persone che hanno problemi di sovrappeso, spesso, hanno bassi livelli ematici di una proteina chiamata adiponectina.

Cos’è l’adiponectina

L’ adiponectina è una proteina composta da 244 aminoacidi, appartenente alla famiglia delle citochine.        Nel corpo umano è codificata dal gene ADIPOQ, scoperta nel 1995 nel corso di quattro diverse ricerche.
Si tratta di un ormone proteico che regola il metabolismo del glucosio e il catabolismo degli acidi grassi.      Questa proteina, è secreta unicamente dal tessuto adiposo nel flusso sanguigno.                          L’adiponectina si trova in abbondanza sangue in funzione di altri ormoni.
I suoi livelli nel sangue sono inversamente collegati con la percentuale di grasso nel corpo dei soggetti adulti.                                                                                                                                                                                 Gli obesi, infatti, producono livelli più bassi di questo ormone rispetto agli individui normopeso, mentre non è stata ancora chiarita un’analoga associazione nei bambini obesi.

Adiponectina: funzioni

La funzione principale di questo ormone è quello di promuovere l’ossidazione degli acidi grassi nei muscoli, diminuendo quindi la produzione di glucosio da parte del fegato e il contenuto di trigliceridi.
I suoi recettori sono infatti localizzati nel fegato e nel muscolo e si chiamano ADIPOR1 e ADIPOR2.
I recettori per l’adiponectina, legando questo ormone, avviano segnali a valle che attivano la protein chinasi attivata da AMP (AMPK) che, a sua volta, trasforma in fosfato l’ACETIL-CoA CARBOSSILASI, diminuendo la sintesi degli acidi grassi.
Quindi, l’anabolismo è bloccato: il fegato inibisce la sintesi di acidi grassi e di colesterolo ed il catabolismo è attivato.                                                                                                                                                                          La beta ossidazione degli acidi grassi, stimola i recettori del glucosio Glut1 e Glut4 per portare glucosio all’interno delle cellule e la secrezione di peptidi che stimolano il senso della fame.
Una riduzione delle concentrazioni sieriche di questo ormone, non solo predispone all’obesità, ma anche ad un maggior rischio di malattie cardiovascolari e al diabete mellito di tipo 2.
In modo simile alla leptina (ormone della sazietà), i livelli di adiponectina, sembrano legate al sesso, con una maggiore incidenza nella donna rispetto all’uomo.

Un metodo per diagnosticare in anticipo l’obesità

In un futuro, abbastanza prossimo la misurazione dei livelli di adiponectina, potrebbero assumere un ruolo sia prognostico che diagnostico con la possibilità di modificarne le concentrazioni attraverso stile di vita, dieta, nonché specifici trattamenti farmacologici.

L’aiuto dei cibi nel regolare i livelli di adiponectina

Gli estratti di melograno (titolati in polifenoli), il tè verde, i funghi usati nella Farmacopea Cinese (Reishi, Maitake, Shitake), i composti a base di ketone del lampone (rasperry chetone), aiutano ad accellerare il metabolismo, influenzando le concentrazioni sieriche di adiponectina.                                                                    Anche molte spezie come cannella e peperoncino (grazie alla capsaicina), e taluni cibi come avogado (per il contenuto di Omega 6), mele (per il contenuto di pectine), pinoli e i fagioli (contenenti faseolamina) possono aiutare a regolarne i valori.

Paola Chiaraluce – Erboristeria “Agli Antichi Rimedi” – Corso Acqui, 133 – Alessandria.

Pubblicato da erbagliantichirimedi

Erborista da 25 anni nel mio negozio, sito in Corso Acqui, 133 ad Alessandria nel popoloso quartiere Cristo, fin dall'adolescenza, nutro una passione per il mondo del naturale, in modo particolare per la fitoterapia. Di questa passione, di cui devo ringraziare la mia adorata nonna paterna, ne ho fatto un lavoro che mi appaga e mi appassiona giorno dopo giorno.