L’Agnocasto è una pianta officinale, conosciuta in fitoterapia per la sua azione antispasmodica e sedativa. Scopriamolo meglio.
Cenni storici
Questa pianta arbustiva, il cui nome botanico è Vitex Agnus Castus, appartiene alla famiglia delle Verbanaceae ed è originaria del Nord-Est Europa.
Agnocasto deriva da due parole greche, “agnus” e “castus” che, tradotte alla lettera significano “puro” e “casto” , proprio per ricordare le proprietà anafrodisiache di questa pianta.
Il medico greco Dioscoride lo prescriveva per inibire la libido e, la leggenda narra che la dea Venere la usasse per frenare il suo eccessivo desiderio sessuale.
Questa pianta viene anche chiamata “pepe dei monaci”, perchè i frutti essiccati hanno un aroma piccante e aromatico, evocativo del pepe.Nel Medioevo, l’agnocasto, veniva infatti fatto coltivato dagli stessi monaci per far fede al loro voto di castità.
Composizione della droga
La droga è contenuta nei frutti maturi essiccati ed è costituita da glicosidi iridiodi, tra cui spicca l’agnuside, che esprime anche la qualità della droga stessa.
Sono inoltre presenti terpeni, viticina, altri composti amari e flavonoidi il cui principale è la vitexina che è dotata di proprietà rilassanti.
Proprietà dell’agnocasto
L’agnocasto è usato per curare i disturbi femminili legati al ciclo mestruale.
Esso, trova dunque impiego nella dismenorrea, nella sindrome premestruale e in caso di cicli abbondanti.
Il suo uso si estende anche al periodo della menopausa, dove è utile in caso di vampate di calore, ansia, gonfiore diffuso ed irritabilità.
Questa pianta officinale, agisce a livello dell’ipofisi dove rallenta il rilascio di prolattina dal lobo anteriore della ghiandola, grazie al suo effetto dopaminergico.
La dopamina, infatti, è un mediatore chimico che, oltre ad agire sulla memoria a breve termine e come modulatore del tono dell’umore.
Il meccanismo di azione dell’agnocasto è quello di inibire la secrezione di prolattina.
La prolattina è un ormone prodotto dall’ipofisi che aumenta durante il periodo della gestazione e dell’allattamento provocando la secrezione lattea, ma che può anche aumentare in periodi di stress prolungato, di intensa attività fisica o in concomitanza con l’assunzione di taluni farmaci, tra cui i neurolettici.
La caratteristica dell’agnocasto è quella mantenere all’interno del corpo femminile l’equilibrio estrogeni-progesterone, a favore di quest’ultimo.
Il calo di estrogeni, infatti, è causa sia durante il periodo mestruale che nel climaterio e in menopausa, di tutta una serie di sintomi comuni.
Tra questi sintomi, i più comuni sono: cui: gonfiore addominale, ritenzione idrica, tensione mammaria, irritabilità e lieve depressione.
Modo d’uso
L’agnocasto è reperibile in erboristeria dove lo si può trovare sotto forma di capsule monopianta, titolate in agnuside e vitexina o in soluzione idroalcoolica di pianta (tintura madre).
La soluzione idroalcoolica va assunto nella misura di 30 gocce 2-3 volte al giorno, lontano dai pasti.
Agnocasto: controindicazioni
I preparati a base di agnocasto sono controindicati in gravidanza, data la sua azione emmenagoga e durante il periodo dell’allattamento.
L’agnocasto è anche indicato in caso di terapia ormonali o in caso di utilizzo di farmaci progestinici, pillola anticoncezionale compresa.
Paola Chiaraluce – “Erboristeria “Agli Antichi Rimedi” Corso Acqui 133 – Alessandria