Il tarassaco è una pianta della Famiglia delle Asteracee. Nota per le sue proprietà colagoghe e diuretiche è infatti utile come depurativo e diuretico. Scopriamolo meglio.
Cenni botanici
Conosciuto con il nome di “dente di cane”, il tarassaco, è una pianta cosmopolita. Il suo nome botanico è Taraxacum Officinale Web. Si tratta di una pianta diffusa nei prati ed ai margini dei sentieri dell’Europa del nord e dell’est, appartenente alla famiglia delle Cichoriaceae.
Descrizione della pianta
La pianta del tarassaco possiede capolini, costituiti da fiori gialli ligulati. Il pappo bianco (soffione) serve come apparato di disseminazione. In tutte le parti della pianta è presente del lattice.
Composizione della droga
La droga, intesa come principio attivo, è contenuta nella radice ma anche parzialmente nelle foglie.
I suoi componenti amari, chiamati con il nome generico di tarassicina sono stati identificati.
Tra i suoi principi attivi bisogna ricordare l’inulina (la cui percentuale sale sino al 40% in autunno). L’inulina è una fibra prebiotica comune anche a molte altre Asteraceae. Sono inoltre presenti:
- Acido caffeico;
- Steroli;
- Flavonoidi;
- Polisaccaridi;
- Inulina;
- Fruttosio (nella percentuale del 18% di zuccheri complessivi in autunno);
- Potassio (presente nelle parti aeree nella percentuale di circa il 4,5%).
Tarassaco: proprietà
La radice di tarassaco possiede proprietà depurative, blandamente coleretiche, amaro-toniche, eupeptiche.
Gli impieghi in fitoterapia
E’ proprio in virtù della sua azione depurativa, che la radice di tarassaco si impiega nel trattamento delle epatopatie e dei disturbi digestivi.
Il contenuto di inulina, ne fa infatti un buon depurativo del sangue, soprattutto per la sua capacità di “digerire i grassi”. Il tarassaco, quindi, è anche utile per controllare il metabolismo dei lipidi e mantenere sotto controllo il tasso di colesterolo nel sangue.
Gli usi del tarassaco nella tradizione erboristica popolare
Nella tradizione erboristica popolare, la radice di tarassaco, si impiega anche come diuretico, nel trattamento di gotta, dolori reumatici, anche sotto forma di decotto. La pianta contiene infatti potassio, un minerale che favorisce la fisiologica eliminazione del sodio e aiuta a contrastare la ritenzione idrica, favorendo anche l’eliminazione dell’eccesso di acido urico.
Decotto di radice di tarassaco
In 200 ml. di acqua fredda, versare un cucchiaio di radice di tarassaco. Far bollire per 5-6 minuti. Lasciare riposare coperto ancora 10 minuti. Filtrare, edulcorare a piacere con un cucchiaino di miele. Berne due tazze al giorno, distante dai pasti per sfruttare la sua azione depurativa sul sangue. La foglia, grazie all’elevato contenuto di mucillagini, è utilizzata nel trattamento delle stipsi di lieve entità.
Gli altri usi
Oltre alla tisana, vengono usati a tutti questi scopi terapeutici anche succhi, ricavati dalla spremitura della pianta fresca e l’estratto acquoso di pianta. Sono inoltre presenti in commercio, capsule mono pianta, altamente titolate nei principi attivi, la soluzione idroalcolica di pianta (tintura madre) e l’estratto acquoso.
Nei Paesi Neolatini è diffuso l’utilizzo della foglia fresca di tarassaco, raccolta in primavera in insalata per le cosiddette “cure disintossicanti e depurative”.
Le radici, invece, raccolte in autunno, vengono tostate e usate come surrogato del caffè.
Il tarassaco è quindi una delle piante più usate in fitoterapia per la preparazione di infusi depurativi, colagoghi, amaro-tonici e coadiuvanti nell’attività snellente. Pertanto, non c’è da stupirsi se il tarassaco è presente nella quasi totalità dei prodotti in commercio, sia sotto forma di tisane, compresse o sciroppi usati a scopo detossinante.
Controindicazioni del tarassaco
I preparati a base di tarassaco sono ben tollerati e non presentano effetti collaterali ed interazioni con farmaci. Se ne sconsiglia tuttavia l’uso in gravidanza e durante il periodo dell’allattamento. Inoltre, se ne sconsiglia, l’utilizzo in soggetti affetti da infiammazione o occlusione delle vie biliari; la pianta ha infatti proprietà coleretiche che potrebbero infatti stimolare la produzione di bile da parte del fegato. Per quanto riguarda invece le affezioni tiroidee, il tarassaco non rappresenta una fonte di iodio organico e può essere utilizzato anche in presenza di patologie tiroidee. Il decotto della radice, infatti, potrebbe giovare contro la stipsi tipica dell’ipotiroidismo.
Paola Chiaraluce – Erboristeria “Agli Antichi Rimedi” – Corso Acqui, 133 – Alessandria