—CURIOSITA’: Insulina e fattore di resistenza all’insulina: facciamo chiarezza.—
L’insulina è un ormone di tipo peptidico prodotto dalle cellule BETA delle isole di Langerhans, all’interno de pancreas.
La sua funzione è quella di regolare i livelli di glucosio nel sangue riducendo la glicemia mediante l’attivazione di processi metabolici e cellulari e di trasportare il glucosio verso tessuti specifici che fungono da stoccaggio e riserva (tessuti insulino-dipendenti) ovvero l’apparato muscolo-scheletrico, il cuore ed il tessuto adiposo ed altri tessuti verso i quali, essa ha un’azione indiretta sulla captazione del glucosio.
Quindi, l’insulina, ha la funzione di “nutrire” questi tessuti, anche in seguito all’introduzione di altri nutrienti quali proteine e lipidi, oltre che lo zucchero.
L’insulina è il principale ormone responsabile dell’aumento di peso, poichè regola lo stoccaggio dei lipidi all’interno del tessuto adiposo e, sue alterazioni possono predisporre addirittura all’obesità.
Tra le sue funzioni, che non vanno assolutamente trascurate, vi sono anche quelle di stimolare la mitosi (processo di riproduzione delle cellule eucariote che includono tutti gli esseri viventi e comprendono i cinque regni: animale, funghi, vegetali, protisti e cromisti), la crescita ossea e muscolare; contrariamente ad altri ormoni anabolizzanti , stimola anche la crescita della massa adiposa ed aumenta la sintesi di colesterolo LDL.
Gli ormoni antagonisti dell’insulina sono il CORTISOLO (detto anche “ormone dello stress” e che è alla base del fenomeno dell’insulino-resistenza), l’ADRENALINA, il GLUCAGONE, l’ALDOSTERONE ed il GH.
Gli ormoni che migliorano la sua azione sono il TESTOSTERONE, il FATTORE DI CRESCITA INSULINO-SIMILE ed in misura inferiore gli ESTROGENI perchè, quest’ultimi, stimolano la produzione di TRANSCORTINA, una proteina che lega ed inibisce il CORTISOLO.
L’insulina è anche l’ormone che definisce la sazietà.
Nel sistema nervoso centrale e per la precisione nei neuroni che costituiscono il centro ipotalamico della sazietà, si trovano dei recettori dell’insulina.
Nel cervello, infatti, l’insulina non regola il metabolismo del glucosio, ma regola l’assunzione del cibo in quanto attenua il senso di fame.
Quindi quando una persona ha un basso livello di insulina come ad esempio un diabetico, tende a mangiare più del dovuto, in quanto l’insufficiente azione dell’insulina non gli fa percepire la sazietà e lo predispone a diventare obeso.
E’ proprio per questo motivo che, anche in assenza di patologie come diabete, sarebbe una buona regola, consumare almeno cinque pasti al giorno con uno spuntino intermedio a metà mattina e uno a metà pomeriggio per mantenere costanti i livelli ematici di insulina.
Si parla di INSULINO RESISTENZA quando le cellule diventano meno ricettive all’azione dell’insulina, quindi il rilascio dell’ormone stesso, in dosi note, produce un effetto biologico diverso dal normale.
In risposta all’insulino resistenza, il nostro corpo mette in atto un sistema di compensazione basato sull’aumento del rilascio dell’insulina; si parla, in questo caso di IPERINSULINEMIA, cioè di alti livelli plasmatici di tale ormone.
Se, nello stadio iniziale, questa compensazione potrebbe mantenere i livelli della glicemia nella norma (EUGLICEMIA), in un secondo stadio, le cellule pancreatiche preposte a produrre insulina non riescono ad adeguarsi alla sintesi, con il risultato di un aumento della glicemia post-pradiale.
In un ultimo stadio, infine, l’ulteriore riduzione plasmatica dell’insulina, dovuta al progressivo esaurimento delle cellule beta del pancreas, determina la comparsa di iperglicemia anche a digiuno.
Per questo motivo, il fattore di resistenza dell’insulina potrebbe essere l’anticamera per l’eventuale predisposizione e sviluppo del diabete mellito.
Le cause dell’insulino resistenza sono molte; dal punto di vista biologico il problema è da localizzarsi nei recettori, pre-recettori o post-recettori delle cellule beta delle isole di Langerhans.
L’insulino resistenza può anche essere causata da fattori ormonali, è possibile anche un difetto quantitativo nella produzione dell’insulina, così come un’eccessiva sintesi di ormoni contro-insulari.
In questa classe di ormoni rientrano l’ADRENALINA, il CORTISOLO, il GLUCAGONE, capaci di antagonizzare l’azione dell’insulina, quando presenti in eccesso, come avviene nel Morbo di Cushing.
Oltre che a fattori ereditari, anche l’abuso di farmaci cortisonici e anabolizzanti, l’ipertensione arteriosa, le dislipidemie (alti livelli di colesterolo LDL e trigliceridi, non compensati da adeguati di livelli di HDL), la gravidanza, l’aterosclerosi, la sindrome dell’ovaio policistico, possono predisporre alla comparsa di insulino resistenza.
PAOLA CHIARALUCE (Erboristeria “Agli Antichi Rimedi”- Corso Acqui, 133 – Alessandria)